Per un pugno di Dogme

Durante il raduno delle armate a Males, gli Eroi sono entrati in contatto con il popolo dei Muntjak, i quali sono in possesso di Ulur, il Corno della Distruzione, la reliquia di Belfus, ed alleati dell’Orda di Hamot, che ha ancora molta fiducia in Taasar. L’obiettivo di Altesia è quello di impedire loro di raggiungerlo e quindi andare a rinforzare ulteriormente le schiere e le risorse del nemico.

Intanto anche Hirilith, per impedire che questo accada, invia un suo generale, il Cavaliere della Morte supportato da un contingente di non-morti. Gli Eroi, sulle tracce dei Muntjak, si ritrovano quindi schiacciati fra i non-morti e gli orrori e finiscono al centro di raccolta e smistamento di Ghettosburg, porta di accesso alla valle dove si trova il Fortino Koldson.

Ad accoglierli, Janet O’Neil, la figlia del Conestabile, la più alta carica del luogo che è in quel momento assente, la quale è di ben più ampie vedute del padre, che li lascia entrare, stufa della politica isolazionista del padre e fiduciosa che un’apertura ora possa solo giovare all’economia locale.

Gli Altesiani arrivano nel punto in cui il viaggiatore Muntjak disse loro di incontrarsi, e la notabile che, oltre a chiedere il pagamento di un pedaggio, non potendo sostenere il mantenimento di tutti, avverte gli Eroi che la via di fuga accessibile dal centro di smistamento è al momento bloccata ed infestata dagli Ejinath, quindi se vorranno un passaggio sicuro, dovranno rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

Infatti, è possibile sgomberare la strada con un escavatore speciale ed il suo pannello di controllo, che però ha bisogno di molte risorse per essere attivato, e per recuperarle in tempi rapidi servirà il contributo di tutti; quindi, agli Eroi non resta che collaborare, con la supervisione del comitato di Ghettosburg, molto geloso delle proprie risorse. Nessuno sa dire con esattezza quanto sia andato perso o preso nel processo di estrazione.

Inoltre, per impedire che la Reliquia cada in mano a Taasar, gli Eroi si impegnano a recuperare lo Spirito della Tartaruga per conto dei Muntjak, oltre a tentare un’opera di convincimento per persuaderli a non seguire il nemico.

La conoscenza con il popolo di Koldson fa emergere una società, misteriosamente resistita al Velo dissipato dalla battaglia di due Tiranni in lotta tra loro, con un singolare sistema economico basato sul mercimonio e sull’estrazione delle abbondanti materie prime, spesso afflitto da alcune forme di criminalità e brigantaggio, dato dall’esigenza di sfamare le numerose bocche, come nel caso dei Dalton, che spesso diventano fuorilegge.

Durante la sera del primo giorno, fa incursione il Conestabile, che adirato con la figlia per aver disobbedito, mette in difficoltà tutta la riuscita della missione, ponendo numerosi paletti e minacciando di chiudere gli ospiti fuori dal luogo per una notte all'addiaccio.

Inoltre, con il calare delle tenebre, fa il suo ingresso il Terzo Legato, artefice delle incursioni a Ghettosburg, attirato dall’Irenor presente, con lo scopo di distruggere la trivella per eliminare ogni via di fuga, che sferra un attacco sul posto, per poi essere fermato dal Quinto, a fronte dei patti stretti con il popolo di Altesia dopo la sua liberazione. Durante lo scontro tra Legati, inaspettatamente interviene la creatura all’apice della gerarchia Ejinath, un essere di nome Ejin, per porre fine ad una guerra fratricida e trovare un compromesso.

Il giorno successivo, mentre gli Eroi sono ancora impegnati a poter trovare il modo di scappare, si presentano i Capi Fazione, per porgere il riconoscimento alla ritrovata sovrana di Noctua, nella sua nuova forma, come da consuetudine tra i Regni. Fa la sua apparizione anche Filippo,

Grazie al loro impegno, gli Eroi riescono ad impedire che Ulur venga consegnato a Taasar e a recuperare le risorse concordate con la Vice Conestabile Janet, favorendo inoltre la sua ascesa alla carica più alta di Ghettosburg, dopo che il padre si fece beffe di lei con pubblica umiliazione e sparando, senza esitazione, al sangue del suo sangue. Il padre viene quindi imprigionato e consegnato alle autorità, insieme ad un altro manipolo di fuorilegge, per i quali la pena capitale sarebbe stato l’unico inevitabile destino.

Questo garantisce agli Eroi l’attivazione della trivella e un’amichevole alleanza con la nuova Conestabile, appena prima dell’arrivo di una terribile orda di non-morti che ostacola, non senza sacrifici, l’accesso al varco, che con fatica viene riaperto dal macchinario, il quale però proprio sul finire viene misteriosamente danneggiato.

Così, Ghettosburg, è condannato ad un destino straziante in balia degli Ejinath, che costringerà la popolazione ad abbandonare il luogo per rifugiarsi a Koldson o emigrare in terre sconosciute, lasciandosi tutto alle spalle.

Gli Eroi invece trovano la salvezza, pronti per la prossima missione. La Liberazione di Ghyas.